Cake avena & mele
Sono giorni strani, questi. Non mi affacciavo qui da ormai tre mesi e se non mi fossi trovata di fronte a questa interruzione forzata di tutte le mie normali attività – lavoro, sport e tutti gli altri impegni che solitamente devo/voglio portare avanti – forse l’assenza sarebbe durata anche di più. E invece, eccomi qui.
Cucinare è una delle consolazioni più grandi per me, qualcosa che riesce a darmi gioia ed equilibrio, è prendersi cura di me stessa e di chi ho accanto: e allora ho pensato di condividere con voi questa torta sperando che magari possiate prepararla anche voi, e trovare conforto.
Solitamente sono precisa nelle indicazioni e un po’ intransigente nella scelta degli ingredienti… stavolta no.
Fate questo plum cake con ciò che avete in casa: non importa che tipo di mele avete, se userete olio di riso, olio di semi o altro… una comune farina 00 andrà benissimo se in dispensa non ci sono quelle che ho usato io. Se non avete farina di mandorle, frullate un po’ della frutta secca che avete a disposizione. Usate la ricetta base e adattatela. E’ quello che ho fatto io: sono partita da una ricetta proposta in una vecchia edizione di re-cake e l’ho semplificata.La situazione in cui ci ha portato questo virus è davvero qualcosa di mai visto prima. Personalmente ringrazio il cielo perché sto bene, perché le persone intorno a me stanno bene. Perché ho appena fatto in tempo a traslocare, perché ho accanto il mio compagno, perché abbiamo un po’ di verde intorno a casa e possiamo uscire in giardino a prendere una boccata d’aria. Ci è stata tolta la libertà e ci è stato dato tempo: credo che questo insegnerà qualcosa a tutti noi. Forse tenendo la mente aperta possiamo imparare qualcosa di nuovo da questa emergenza. Con questo non voglio sminuire la fatica di chi si trova costretto a lavorare, la preoccupazione di chi non sa come andrà il proprio futuro lavorativo, o, peggio ancora, di chi ha un parente o un amico che stanno male. Voglio solo coltivare la speranza che questo evento così sconvolgente non passi senza averci insegnato qualcosa: il rispetto per gli altri, il valore del tempo e degli affetti, quanto è preziosa la capacità di saper rallentare, quanto uniti possiamo sentirci in una situazione di emergenza. Spero che non ci dimenticheremo di tutto questo, anche quando torneremo ad infornare torte di corsa, tra un impegno e l’altro, e con il cuore più leggero.
Biscotti leggeri con farina di kamut & sciroppo d’acero
Prima di iniziare a pensare al Natale e ai suoi dolci ricchi, ai biscotti burrosi e ai pandori farciti, meglio rimettersi un po’ in riga con una colazione leggera e sana. Era da un po’ che non sfornavo dei biscotti rustici e non troppo calorici, dalla trama ruvida e belli croccanti. Girovagando in rete ho trovato questa ricetta che mi ha subito ispirato fiducia: la farina di kamut regala sempre una consistenza particolare, lo sciroppo d’acero ha un aroma intenso – e consente inoltre di amalgamare l’impasto senza usare troppi grassi. Al posto di un normale zucchero di canna ho messo il muscovado per rendere il tutto ancora più profumato e meno stucchevole ed ecco qua il risultato! Ringrazio di cuore Ros per questa ricetta che è davvero favolosa, l’impasto si stende facilmente e si prepara in un lampo e il risultato è veramente ottimo. Provare per credere 😉
Plumcake zucca & yogurt
Il plumcake per me deve avere una consistenza ben precisa, umida e soffice al tempo stesso. Se non è morbido come una nuvola allora è qualcosaltro, non un vero plumcake.
Devo dire mio malgrado che quella morbidezza la ricordo perfettamente nelle merendine che mangiavo da piccola, e sebbene sia diventata assolutamente contraria a certi tipi di cibi confezionati e abbia smesso da almeno vent’anni di mangiarli, la tenerezza di quell’impasto così particolare è un ricordo piacevole ancora oggi. La buona notizia è che sono riuscita a riprodurre quella consistenza lì in un dolce fatto in casa, genuino e ben bilanciato 🙂
Lo yogurt è l’elemento essenziale per ottenere questo tipo di impasto, ma devo dire che la zucca ha fatto la sua parte, aumentando l’umidità e rendendo questo dolce davvero favoloso, perfino oltre le mie aspettative. Unico accorgimento: fatelo riposare un bel po’ prima di mangiarlo – se ad esempio lo preparate la sera, considerate che darà il meglio di sè non la mattina dopo, ma quella ancora successiva. Io l’ho conservato sotto la classica campana di vetro e ho notato un netto miglioramento con il passare del tempo.Dorayaki, i pancakes giapponesi
Oggi colazione in stile giapponese, con i cugini nipponici dei pancakes: i dorayaki!
Questi dolcetti prendono il nome da ‘dora’, che significa ‘gong’, perchè hanno la stessa forma tondeggiante dello strumento. Sono davvero facilissimi da preparare, e sono una di quelle colazioni da giorno di festa che fanno subito allegria: ti alzi con calma, prepari la pastella, inizi a cuocere una frittella alla volta e la servi con la farcitura che preferisci. In Giappone si utilizza la marmellata di azuki (fagioli rossi) che però io non sono ancora riuscita a reperire e ad assaggiare; essendo già molto dolci di per sè, per me la farcitura ideale è un burro di frutta secca al 100% – nocciole, arachidi, mandorle. Ma niente vieta di aggiungere anche sciroppo d’acero o una confettura a scelta.