Fragilitè al caffè & nocciole
La piccola pasticceria è un tipo di preparazione che incontra sempre molto successo: i mignon hanno un fascino tutto particolare, che siano cannoncini, bignè o semplici pasticcini, risultano sempre graditi per il loro aspetto delicato e le dimensioni contenute che li rendono meno impegnativi ma altrettanto sfiziosi di altri dessert.
I pasticcini di oggi sono costituiti da tre strati di meringa alla nocciola farciti da una crema al burro aromatizzata al caffè e cioccolato. Una vera delizia, dal sapore molto ricco e burroso, ma dalla taglia ‘small’ che permetterà a tutti l’assaggio senza troppi sensi di colpa 😉
La ricetta è tratta dal meraviglioso libro Scandikitchen -dolci Hygge, di cui ho replicato svariate ricette senza mai restare delusa. L’unica variante che ho apportato è una riduzione della dose di crema al burro perché i miei pasticcini mi sembravano già fin troppo ricchi, e rispettando i quantitativi indicati mi era avanzata parecchia farcitura. In ricetta ho quindi riportato delle dosi che dovrebbero andar bene per farcire la meringa senza sprechi.
Per il resto mi sono trovata benissimo con la ricetta: nonostante la preparazione della crema al burro sembri un po’ particolare vi consentirà di ottenere un composto liscio, vellutato e dalla consistenza perfetta. Idem per la meringa che è risultata cotta alla perfezione e friabile al punto giusto – da qui il nome, fragilitè, che rende bene l’idea di quanto questi pasticcini siano fragili e delicati.
Crema di cereali in chicco
La colazione che vi propongo oggi è un po’ diversa da quelle che posto di solito, e in generale da quella che siamo abituati a consumare: a casa o al bar solitamente la scelta cade su biscotti, torte, prodotti lievitati oppure, se si vuole stare più leggeri, latte e fiocchi di cereali.
La ricetta di oggi invece prevede dei cerali integrali in chicco cotti in latte vegetale e acqua, arricchiti da frutta secca e disidratata, semi, spezie e un po’ di malto di riso per dolcificare. Il tutto secondo i dettami della macrobiotica, un tipo di filosofia alimentare che ho iniziato a studiare durante il primo lockdown e che sto sperimentando sempre più spesso nella mia cucina.
Spiegato in maniera approssimativa, la macrobiotica si basa su alcuni concetti già presenti in medicina cinese e nella dottrina olistica: i cibi vengono scelti, abbinati e cucinati in base alle loro proprietà energetiche, nell’intento di creare piatti ben bilanciati che aiutino l’intero organismo a raggiungere l’equilibrio tra yin e yang. Sempre molto a grandi linee, possiamo immaginare lo yin come una forza legata alla materia, alla terra, all’interiorità e alla concentrazione, mentre lo yang rappresenta un’energia non sostanziale, che tende all’espansione, proiettata verso l’esterno. Entrambe le forze sono necessarie al benessere, e in quanto complementari devono essere ben bilanciate tra loro.
Ecco quindi che i cibi ‘estremi’ come alcolici, zucchero, cerali raffinati, latticini, carni rosse, caffè, verranno aboliti o comunque consumati in piccole quantità e poche volte al mese, mentre si preferiranno cibi più ‘equilibrati’ come legumi, semi oleosi, frutta secca e verdure. I cereali vengono utilizzati in chicco, nella loro interezza, per mantenere la loro energia vitale contenuta nel germe che invece andrebbe persa se si macinassero per ottenerne delle farine. La lunga cottura di questa crema è ideale nella stagione fredda perché potenzia la parte calda – yang – degli ingredienti.
Il dolcificante potrebbe anche essere omesso dalla ricetta, io l’ho messo per una questione di gusto – essendo abituata a colazioni piuttosto dolci faccio fatica a farne a meno – e ho scelto il malto di riso perché tra i vari sciroppi e zuccheri ‘alternativi’ è quello che ha un minore impatto sul picco glicemico, facendolo alzare gradualmente e quindi permettendo di mantenere più a lungo il senso di sazietà senza sentire il famigerato ‘buco allo stomaco’ a metà mattinata.
Perdonate il linguaggio approssimativo, non sono un medico né un’operatrice olistica, ma spero di avervi incuriosito almeno un po’ dato che io mi sto trovando bene con questo nuovo tipo di cucina e mi piace affiancarlo a quella tradizionale, in modo da sentirmi più leggera e fare un passo in più verso l’equilibrio, anche se sono ancora lontana dal seguire in modo assiduo i dettami della macrobiotica. Quello che posso garantirvi è una colazione bella sostanziosa, molto saziante, e dal gusto piacevole, sicuramente non golosa quanto un croissant o una fetta di torta ma comunque valida se si vuole provare qualcosa di più leggero e privo di grassi saturi, farine raffinate e ingredienti poco salutari.
Se avete trovato il post interessante, vi ricordo anche la ricetta della crema budwig, più adatta alla stagione estiva ma altrettanto bilanciata e dalle eccellenti proprietà nutritive.
Biscotti al farro & cioccolato
Finalmente torniamo a parlare di biscotti! Quelli di oggi hanno tutte le caratteristiche che piacciono a me: sono rustici, sostanziosi, golosi ma non stucchevoli… del resto non poteva essere altrimenti, la ricetta l’ho pensata e calibrata proprio in base alle mie esigenze in fatto di colazione!
Ho preparato questi cookies giganti con farina di farro di tipo 1, zucchero di canna e cacao amaro, non ho usato burro ma olio di riso e li ho arricchiti con gocce di cioccolato fondente. E poi ho scelto una taglia extra large perché mi piaceva l’idea che fossero belli grandi e cicciottelli!
Sono semplici e veloci da preparare perché l’impasto non deve riposare: appena gli ingredienti saranno amalgamati potrete stendere il composto con il mattarello su un foglio di carta forno, ritagliare le formine e infornare. Quindici minuti (venti, se come me fate dei biscottoni giganti!) ed ecco pronta la colazione.
Particolarmente consigliati a chi ama i biscotti dalla trama ruvida, dalla consistenza croccante e ricchi di cioccolato!Canederli allo speck
A quanto pare l’anno nuovo ha portato aria di novità qui sul blog: questa è la terza ricetta salata di fila che vi propongo! Presto torneranno anche i miei amati biscotti da colazione e le torte, ma sto sperimentando tanti piatti nuovi e mi sto appassionando a fotografare anche i salati e quindi… eccoci qua oggi con un bel piatto di canederli!
Da me in Toscana questo piatto non è molto popolare o diffuso, quindi ho dovuto aspettare una vacanza sulle Dolomiti, qualche anno fa, per assaggiare i canederli allo speck. In realtà anche da noi si trovano in qualche supermercato, ma ovviamente ho preferito assaggiare direttamente gli originali nel loro paese natio piuttosto che acquistarne di precotti.
L’aspettativa è stata ampiamente ripagata: mi ricordo benissimo il primo assaggio, quel sapore intenso, la consistenza bella corposa, il burro fuso e il formaggio grattugiato a fare da contorno… ho adorato da subito questo piatto, e subito ho capito che la mia versione preferita è quella asciutta, senza brodo, e con lo speck all’interno. Buoni anche quelli verdi con le erbette e quelli fucsia alla barbabietola, ma i classici allo speck per me vincono a mani basse!
Ammetto che prepararli ha richiesto vari tentativi e aggiustamenti delle dosi, soprattutto la cottura potrebbe darvi qualche problema a seconda del tipo di pane che avete usato. Il mio consiglio è di procedere per gradi, bollire un canederlo, vedere se sta insieme ed eventualmente aggiungere ulteriore farina all’impasto. In ogni caso io ho bollito al massimo 2/3 canederli alla volta e ad un bollore non troppo forte per evitare che si scontrassero tra loro, rovinandosi. Servirà un po’ di pazienza ma ne vale assolutamente la pena: porterete in tavola un piatto tradizionale goloso, sostanzioso e ricco!