Babka di Yotam Ottolenghi ai frutti di bosco
Yotam Ottolenghi è di sicuro uno dei cuochi più gettonati del momento. Ebreo di origini italo-tedesche, è nato e cresciuto a Gerusalemme ma ha avviato la sua brillante carriera nella città di adozione, Londra, dov’è proprietario dell’omonima catena di locali e dove sta per aprire – il prossimo giugno – un ristorante in cui darà spazio a una delle tendenze del momento, quella dei cibi fermentati. Famoso per la sua creatività nell’utilizzare le spezie e nel rivalutare gli ingredienti di orgine vegetale, ha esportato e declinato in maniera innovativa i sapori della cucina mediterranea e mediorentale insieme al collega Sami Tamimi, pure lui nato cresciuto a Gerusalemme ma nella zona musulmana della città. I due sono riusciti a riunire, attraverso la cucina, i sapori provenienti da due culture storicamente in conflitto, ed è poprio su questa fusione tra tradizioni ebree, cristiane e musulmane che si fonda il loro percorso gastronomico così particolare e interessante.
Quella che vi propongo oggi è la prima ricetta firmata Ottolenghi che sperimento, e… beh,ovviamente non potevo che iniziare dalla colazione 😉
‘Babka’ in polacco significa ‘nonna’ e già dall’etimologia della parola si può intuire come questo lievitato sia un comfort-food dalle origine antiche, una di quelle ricette che vengono tramandate da una generazione all’altra diventando parte integrante della tradizione di un popolo. Della babka esistono più versioni, quella che ho testato io è la variante ebraica, sperimentata prima di me da Sigrid Verbert sul suo blog Il Cavoletto di Bruxelles. Si tratta di una treccia di pasta lievitata che viene cotta in uno stampo da pane e che solitamente viene farcita con abbondante cioccolato e frutta secca; io ho un po’ stravolto le cose scegliendo di farcire la mia con della marmellata ai frutti di bosco per renderla meno pesante e un po’ più fresca al palato, e devo dire che non me ne sono assolutamente pentita. Una fettina dopo l’altra questa bella brioche mi ha fatto compagnia per diversi giorni a colazione mantenendosi morbida e umida al punto giusto.Brioches di pasta danese alla crema
Ormai lo sapete, adoro i lievitati tanto quanto li temo: richiedono tempo, dedizione, cura e non sempre si hanno i risultati sperati. C’è il rischio che l’impasto lieviti troppo e collassi, che non si incordi bene oppure che non riesca a svilupparsi perfettamente e quindi la consistenza finale sia un po’ troppo soda e compatta… insomma, ogni volta che li preparo mi sento sempre un po’ sotto pressione. Però stavolta è andata bene: se il mio sogno più grande per quanto riguarda la pasticceria è riuscire a sfornare il croissant perfetto, devo dire che già riuscire a preparare queste brioches per me è stata una soddisfazione incredibile! Sono burrose, sofficissime all’interno e perfettamente sfogliate, con una crosticina sottile sottile molto friabile e delicata che le rende davvero deliziose; appena sfornate danno il meglio di sè, ma anche scaldate per un minuto o due nei giorni successivi sono comunque ottime. Per la ricetta ho preso ispirazione dal libro Scandikitchen – Dolci Hygge, adattando ai miei gusti le dosi di burro e zucchero (ho diminuito leggermente il primo e aumentato il secondo, per ottenere una brioche che fosse dolce anche all’esterno, dove non arriva la farcitura); poi ho sfogliato con il burro a freddo anzichè in pomata, e per finire ho aggiunto al centro di ogni spirale un cuore di crema pasticcera. Vi garantisco che se seguirete i passaggi della ricetta e rispetterete pazientemente i dovuti tempi di riposo in una mezza giornata sfornerete delle brioches degne di una pasticceria!
Laugenbrot – pretzel buns – Re-cake #30
Oggi vi parlo dei laugenbrot, ovvero del pretzel trasformato in panino! Questi mini-sandwich infatti hanno lo stesso impasto e la stessa (doppia) cottura del famoso pane alsaziano, ma una forma classica tondeggiante e non intrecciata come quella dei classici pretzel. I laugenbrot hanno una consistenza molto particolare, una mollica compatta ma soffice al tempo stesso, e la bollitura prima della cottura in forno regala loro una crosticina liscia e scura, resa ancora più golosa e saporita da una bella spolverata di semi e sale grosso. Io ho scelto i semi di papavero e un pizzico di sale affumicato che li ha resi ancora più invitanti e profumati, ottimi da abbinare a salumi e formaggi ma sfiziosissimi anche nella versione dolce, con burro e marmellata.
Vi consiglio di consumare i panini ancora tiepidi, o comunque il giorno stesso che li preparate – quelli avanzati potrete tranquillamente congelarli e farli rinvenire in forno per renderli di nuovo fragranti e morbidi, come appena sfornati.Pandoro sfogliato con ganache al cioccolato bianco, arancia & rhum
Ebbene sì, questo è il terzo anno che preparo in casa il pandoro. Perchè se è bello celebrare le vecchie tradizioni con biscotti e cioccolatini, crearne di nuove, tutte mie, mi rende ancora più felice e soddisfatta.
A fine novembre, massimo i primi di dicembre, tiro fuori il mio fidato stampo e mi prendo una giornata per dedicarmi al mio lievitato natalzio preferito: Pandoro ha bisogno di essere assecondato nei suoi tempi di lievitazione e coccolato a dovere, senza fretta. Solitamente inizio intorno alle otto di mattina, dopo pranzo ho finito con le varie fasi di preparazione e verso l’ora di cena sono pronta per infornare. Trattandosi di un grande lievitato non si tratta poi di un sacrificio improponibile, anzi!
Ho pensato un bel po’ alla ricetta da scegliere per il mio pandoro di quest’anno, spulciando in rete e chiedendo consigli in giro, ma alla fine quella dell’anno scorso mi era piaciuta talmente tanto che ho voluto replicarla. Inizialmente avevo pensato di provarne una a lievitazione naturale ma poi, nonostante una super esperta in materia mi avesse offerto il suo lievito madre, non me la sono sentita di imbarcarmi nell’impresa dei rinfreschi che occorrono prima di procedere all’impasto vero e proprio… e comunque in generale sono dell’idea che certe cose non si possano improvvisare. Non ho mai gestito il lievito madre, non ho dimestichezza in questo campo quindi preferisco magari farmi le ossa durante l’anno e ripensarci a Natale 2018 😉