Fragilitè al caffè & nocciole
La piccola pasticceria è un tipo di preparazione che incontra sempre molto successo: i mignon hanno un fascino tutto particolare, che siano cannoncini, bignè o semplici pasticcini, risultano sempre graditi per il loro aspetto delicato e le dimensioni contenute che li rendono meno impegnativi ma altrettanto sfiziosi di altri dessert.
I pasticcini di oggi sono costituiti da tre strati di meringa alla nocciola farciti da una crema al burro aromatizzata al caffè e cioccolato. Una vera delizia, dal sapore molto ricco e burroso, ma dalla taglia ‘small’ che permetterà a tutti l’assaggio senza troppi sensi di colpa 😉
La ricetta è tratta dal meraviglioso libro Scandikitchen -dolci Hygge, di cui ho replicato svariate ricette senza mai restare delusa. L’unica variante che ho apportato è una riduzione della dose di crema al burro perché i miei pasticcini mi sembravano già fin troppo ricchi, e rispettando i quantitativi indicati mi era avanzata parecchia farcitura. In ricetta ho quindi riportato delle dosi che dovrebbero andar bene per farcire la meringa senza sprechi.
Per il resto mi sono trovata benissimo con la ricetta: nonostante la preparazione della crema al burro sembri un po’ particolare vi consentirà di ottenere un composto liscio, vellutato e dalla consistenza perfetta. Idem per la meringa che è risultata cotta alla perfezione e friabile al punto giusto – da qui il nome, fragilitè, che rende bene l’idea di quanto questi pasticcini siano fragili e delicati.
Dahl di lenticchie
Dopo gli stravizi delle feste sento sempre il bisogno di piatti più leggeri e salutari. In effetti quando si parla di dieta credo poco nell’imposizione e molto nell’auto-ascolto: se si riesce a godere dei propri peccati di gola durante le feste di Natale, poi verrà in automatico anche il bisogno di depurarsi un pochino e di mangiare cibi più semplici e meno grassi ed elaborati.
Da tempo adocchiavo la ricetta del dahl di lenticchie, lo avevo intravisto in vari siti e blog e mi ero riproposta di farlo. Quale occasione migliore dei primi giorni di Gennaio, considerata la mia voglia di ritornare ad un’alimentazione più sana e il ruolo di ‘porta fortuna’ che questi legumi hanno tradizionalmente in relazione all’inizio del nuovo anno?
Il dahl è una zuppa di legumi di origine indiana. E’ un piatto ricco di proteine vegetali, di spezie dalle proprietà benefiche, e in cui i grassi sono costituiti principalmente dal latte di cocco, ricco di minerali e vitamine e utile ad aumentare il senso di sazietà.
Per prepararlo io ho optato per delle lenticchie di Colfiorito, dalla buccia tenerissima, che non necessitano di ammollo – e ho preferito una zuppa dalla consistenza piuttosto asciutta, appena leggermente brodosa. Ovviamente sta a voi decidere quanto liquido dovrà essere il dahl, anche in base a come lo servirete: se come piatto unico come ho fatto io o se accompagnato a del riso bianco in modo da aumentare un po’ l’apporto di carboidrati al vostro pasto.
Io vi consiglio di provarlo se avete voglia di aggiungere al vostro ricettario una preparazione sostanziosa, salutare, che profuma di curry e di latte di cocco. Sarà un po’ come viaggiare con il gusto in terre lontane, in attesa di poterlo fare di nuovo anche con tutti gli altri sensi! 😉
Galette des rois
Diversi anni fa frequentavo un corso di francese: dopo un viaggio in Francia mi ero messa in testa che dovevo imparare assolutamente quella lingua… diciamo che ho avuto scarsi risultati e ho imparato appena appena le basi per la sopravvivenza, ma in compenso ho conosciuto questo dolce tradizionale meraviglioso!
La nostra prof dopo la pausa natalizia che aveva passato a casa, in Provenza, alla ripresa delle lezioni ci portò una galette des rois direttamente da una pasticceria del suo paese, con tanto di coroncina e statuina nascosta all’interno… per me fu amore assoluto al primo morso!Facciamo un po’ di chiarezza: la galette des rois è un dolce francese tipico della festa dell’Epifania. La tradizione vuole che all’interno della torta venga nascosta una statuina, oppure una fava: chi troverà la sorpresa all’interno della propria fetta sarà il re della giornata e indosserà la coroncina di cartone – che appunto viene venduta insieme alla torta. Per per il vincitore questo sarà un auspicio di buona sorte e felicità.
La galette classica è composta da due dischi di pasta sfoglia ripieni di crema frangipane. Esistono diverse varianti: c’è chi preferisce un ripieno alle mele, chi aggiunge uno strato di marmellata e chi del liquore all’interno della farcia. Io ho preferito attenermi alla versione base e ho scelto il ripieno tradizionale a base di burro, zucchero, uova e farina di mandorle, Ho poi nascosto una mandorla intera all’interno del dolce – anche per evitare che il fortunato della compagnia ricevesse subito in omaggio una bella gita dal dentista, che le statuine e i legumi crudi sono piuttosto pericolosi se te li ritrovi in bocca a tradimento 😉
Il sapore di questo dolce è davvero strepitoso: burroso e ricco, è davvero all’altezza del suo ruolo: chiudere le danze delle festività natalizie. Ho un’unica accortezza da raccomandarvi: se non lo consumate fresco di giornata, passate al microonde per una decina di secondi ogni fetta prima di servirla, in modo da far rinvenire un po’ la sfoglia e rendere il ripieno cremoso e fondente, come se lo aveste sfornato da poco.
Stollen di Natale
Lo Stollen – o Christstollen – è un dolce lievitato tipico della tradizione natalizia tedesca. Quando l’ho visto sul blog di Terry mi ha subito incuriosito: speziato, burroso, ricco di frutta secca e candita… la ricetta mi ispirava decisamente fiducia.
Così ho fatto qualche ricerca e ho scoperto che questo dolce ha radici antichissime, che pare risalgano addirittura al 1.329. Mi sono detta, beh, proviamoci, se è così antico e la ricetta è stata tramandata per tutti questi anni avrà sicuramente qualcosa di speciale… e poi le indicazioni di Terry erano così accurate e precise che ho avuto subito chiaro il procedimento e i tempi di lavorazione.Vi dico subito che per sfornare lo Stollen servono tre giorni: il primo per preparare il lievitino e mettere a macerare la frutta, il secondo per fare l’impasto vero e proprio e il terzo per formare e cuocere i vostri filoni.
Ma non fatevi scoraggiare: il reale impegno non è molto, perché tutte le fasi sono contraddistinte da tempi di lavorazioni brevi, a fronte di lunghi tempi di riposo, in frigo o a temperatura ambiente. E in ogni caso, vi garantisco che vale la pena faticare un po’: lo Stollen ha un profumo pazzesco, una consistenza tutta particolare ed è talmente ricco di profumi speziati e di sapori decisi che vi conquisterà al primo morso!
Come se non bastasse, per prepararlo basterà del semplice lievito di birra, non occorre avere a disposizione il ievito madre.Il post a cui mi sono ispirata lo trovate qui, e io ringrazio davvero Terry che con la sua esperienza e le sue accurate spiegazioni ha fatto sì che anch’io potessi replicare la sua ricetta senza intoppi!
Io ho fatto due Stollen, che ho poi sporzionato e in parte regalato. Voi potete anche raddoppiare le dosi se volete, dato che questi dolci si mantengono a lungo ben avvolti nella pellicola trasparente. Inoltre potete personalizzare la farcitura secondo i vostri gusti: ad esempio io non ho messo le uvette perché non le amo e ho usato albicocche secche, scorzette di arancia candita e mandorle. Niente vieta di utilizzare fichi secchi, noci, nocciole e ciò che vi suggerisce la fantasia.