Cheese cake ai frutti rossi… senza cottura!
Il caldo mi ha tenuta, ancora una volta, per diverso tempo lontana da fornelli & co.
Si dà il caso però che in questi giorni si festeggiasse un compleanno importante in famiglia… così ho deciso di rimettere indietro il calendario di un mese e di preparare la re-cake di giugno che non ero mai riuscita a fare, un po’ per mancanza di tempo e un po’ perchè avevo appena iniziato un periodo di detox che prevedeva l’eliminazione dei latticini dalla mia dieta… insomma, non avrei potuto tenermi in casa una cheese cake così golosa senza mandare in frantumi tutti i miei buoni propositi!
A distanza di quasi un paio di mesi, però, e con la prospettiva di regalare la torta limitandomi all’assaggio di una fetta (diciamo pure due va, che se uno deve fare uno strappo alla regola tanto vale goderselo per bene) questa ricetta di cheese cake senza cottura è stata davvero provvidenziale.
Non ho dovuto accendere il forno, ho preparato il tutto in un tempo brevissimo – fatta eccezione per i tempi di riposo, la preparazione in sé è davvero velocissima – e la torta ha avuto davvero un gran successo! Profumata, fruttata e niente affatto stucchevole: una via di mezzo tra una torta gelato e una classica cheese cake, arricchita dal tocco goloso dei frollini al cacao e dalla freschezza dei frutti rossi.Il Posto delle Fragole
Una cheese cake estratta dalla tortiera troppo presto, che si sfalda miseramente una volta sformata: è da qui che nasce questo dolce.
Una cheese cake (questa, esattamente) che avrei voluto decorare con panna e fragole per portarla ad una cena.
Buttare via tutto e preparare un’altra ricetta? Sarebbe stato un peccato. Perché alla fine ho deciso di coppare la torta rovinata e creare con questa base un dessert monoporzione che ha avuto davvero un gran successo: ha un sapore deciso, freschissimo e niente affatto stucchevole, particolarmente adatto per chi ama i dolci originali, un po’ sopra le righe.
La ricetta sembra complicata perché richiede tre preparazioni (se volete leggerle spiegate in dettaglio, le trovate qui, qui, e qui), ma in realtà tutte e tre sono molto semplici nell’esecuzione e non richiedono molto tempo, fatta eccezione per la granola (io a dire il vero l’avevo a disposizione già pronta dato che la preparo spesso perché mi piace mangiarla a colazione… e vi consiglierei, già che accendete il forno, di raddoppiare le dosi e tenervi un bel barattolo in dispensa pronto a darvi il buongiorno ogni mattina!).
Ad ogni modo vale la pena di faticare un po’… nel posto delle fragole troverete un gusto vivace, fresco e sorprendente: il gusto della primavera in arrivo!Gordon Ramsay’s baked cheese cake (e la mia versione al caprino)
Il mio problema con la cheese cake è sempre stata la base. Buona e golosa quanto volete, ma a me l’idea di preparare una torta con biscotti industriali sbriciolati e una quantità (industriale pure quella, anche se in un altro senso) di burro, proprio non andava a genio.
Quindi mi sono messa alla ricerca di una cheese cake senza base e cosa scopro? Che il buon Gordon ci aveva già pensato e ne aveva inventata una che faceva proprio al caso mio!
Io l’ho personalizzata mettendo per due terzi formaggio fresco classico e per un terzo formaggio caprino. E ho amato tantissimo questa variante, è particolarissima e davvero di carattere (sarebbe il dessert perfetto da servire dopo un bel tagliere di affettati e formaggi) però vi avverto, ha un gusto parecchio forte che non tutti amano (c’è anche chi assaggiandola mi ha dato della pazza, quindi regolatevi voi quando la preparate a seconda di chi avete a tavola).
La versione classica, quella di chef Ramsay, è invece una torta estremamente semplice e fresca da consumare sia a fine pasto che a colazione. E’ stata la torta che ho preparato più spesso la scorsa primavera – insieme al clafoutis.
La ricetta è semplicissima, occorre un unico accorgimento: non sformare il dolce prima che sia ben freddo, altrimenti rischiate di vederlo sfaldarsi. A me è successo, una volta: tolgo la cerniera quando la torta è ancora tiepida ed ecco fatto il disastro… il dolce era diventato impresentabile e io avrei dovuto portarlo a una cena. Ma questa storia ve la racconterò un’altra volta. Sappiate solo che non tutto il male viene per nuocere!